Curiosità sulla città di Como e la sua storia
Le origini del nome della città
Le origine del nome della città di Como non risultano del tutto chiare, ma è piacevole lasciar sbizzarrire la fantasia lungo le molteplici interpretazioni fin ora date. C'è chi vuole la città fondata da Comer Gallo, figlio di Giapeto e nipote di Noè, che 131 anni dopo il diluvio, ritenendo forse la vicinanza alle grandi masse d'acqua una tradizione di famiglia, si stabilì sulle rive del Lario; chi edificata da Como, figlio del troiano Antenore, o da una allegra compagnia devota al dio dei conviti, per l'appunto il dio Como. Potrebbe, il condizionale è d'obbligo, anche derivare dall'ebraico "Comak" (altura, dal greco "Kome" (villaggio) o dal cimbro "Com" (guardia, protezione).
Il miracolo del Santo Crocifisso
Sulla facciata della chiesa di San Bartolomeo, nella località San Rocco, si può leggere di un miracolo la cui memoria ancora permane nelle popolazioni dei dintorni. Nel XVI secolo, una delle tante compagnie di penitenti degli ordini francescani minori, professanti la povertà assoluta che erravano nella zona, lasciò proprio presso la chiesa di San Bartolomeo un crocifisso di legno di cipresso. Il crocifisso in questione acquistò particolare significato, così che ogni anno veniva portato in processione fino a Como. Per poter far passare il corteo i parrocchiani alzavano una pesante catena di ferro che ostruiva l'accesso alla città dal ponte sul Cosia; nel 1529 il comandante della piazza ordinò di non alzare la catena, ma il corteo decise di proseguire comunque fino al limite imposto: fu così che quando il parroco con il crocifisso in mano arrivò alla catena, questa si spezzò come un fuscello e la processione poté proseguire, decretando l'avvenuto miracolo.
L'industria serica comasca
Qualcuno disse, non a torto, che l'economia comasca si reggeva sulla vanga e sul gelso. La bachicoltura, premessa dell'industria serica, ha inizio nelle Marche e in Toscana nel 1500 e successivamente diviene attività primaria nel Comasco. Parallelamente cresce la coltivazione delle piante di gelso, indispensabile alimento dei "bigatt". Nacquero poi le filande la cui attività impegnò sempre più personale, ma sarà anche causa di sfruttamento da parte della parte padronale, con conseguenti tensioni operaie. L'allevamento dei bachi però portò anche dei benefici ai contadini in quanto, per il bene dei bachi che necessitano di un ambiente luminoso, asciutto ed areato anche le abitazioni dei contadini vennero ricostruite per garantire queste condizioni igieniche; fa da contraltare l'aumento degli affitti...... Nonostante questi dati contrastanti, è innegabile che l'industria tessile abbia giovato alle tasche dei contadini ed allo sviluppo della regione.
Il quartiere di Camerlata
Il Castel Baradello, riedificato dal Barbarossa nel XII secolo, rafforzato dai Visconti nel Trecento e smantellato dagli Spagnoli nel 1527, era probabilmente congiunto con una cinta muraria ad un altro baluardo difensivo situato a sud-ovest. Questo diede il nome all'attuale Camerlata, in origine "Ca' Merlata", dai tipici "merli" presenti sulle mura e le torri.
Il castello Baradello
Oggetto di numerose traversie, oggi è visitabile solo la torre, il castello fu riedificato nel XII secolo, rafforzato dai Visconti nel '300 ed infine smantellato dagli spagnoli nel 1527. La torre è alta 35 metri e fu teatro di molteplici vicende storiche: nel 1277 Napo Torriani, sconfitto da Ottone Visconti a Desio, fu rinchiuso qui in una gabbia e vi morì 19 mesi dopo L'ingresso al pubblico è libero.
Il Duomo di Como
Sorge dove precedentemente si ergeva la basilica romanica di Santa Maria Maggiore; la costruzione del Duomo iniziò nel 1396 e fu terminato ben quattro secoli dopo: nella struttura è facilmente rilevabile il susseguirsi degli stili. Molti furono gli artisti che prestarono la loro opera per il Duomo: Tommaso Rodari di Maroggia, Pietro da Breggia, F. Juvara che progettò la cupola settecentesca, Morazzone; si possono ammirare all'interno della Cattedrale arazzi ferraresi e fiamminghi, stucchi barocchi e vetrate ottocentesche. Nel giorni di domenica il Duomo è aperto anche dalle ore 20 alle 21.
Villa Olmo
Fu costruita tra il 1782 ed il 1797 su progetto di Simone Cantoni per volontà di Innocenzo Odescalchi; modificata ed ingrandita nel corso dei decenni, ha mantenuto le caratteristiche originarie. Dopo essere passata di mano numerose volte, la Villa è ora di proprietà del Comune di Como ed ospita mostre, convegni e conferenze.
Basilica di San Fedele
Costruita nel XII secolo, è caratterizzata da una particolare pianta trilobata; la facciata è stata completamente ricostruita nel '900, così come il campanile. All'interno si possono ammirare dipinti dei secoli XVI e XVII, affreschi del '400 ed una acquasantiera dell'ottavo secolo.
Tempio Voltiano
Costruito in occasione del primo centenario della morte di Alessandro Volta, nel 1927 su progetto dell'architetto Federico Frigerio, ha una linea neoclassica. Si trova in viale Marconi; l'interno è visitabile da martedì a domenica dalle ore 10,00 alle ore 12,00 e dalle 15,00 alle 18,00 nei mesi estivi da aprile a settembre, mentre nei mesi invernali, da ottobre a marzo, dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle ore 14,00 alle ore 16,00 ; ospita pubblicazioni, cimeli e dipinti con oggetto il grande fisico comasco